lunedì 11 maggio 2009

KYMATICA


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venerdì 8 maggio 2009

Pensieri

Come al solito uso questo spazio per rendervi partecipi delle mie emozioni, dubbi, domande. Il lavoro interiore, il ragionamento è una buona cosa, ma fine a se stessa, all'individuo. Anche la logica, anche la matematica.. Quando si parla di UOMO,MENTE,ANIMA tutto è fine a sè stesso, in modo che l'UNO faccia esperienza di sè SOGGETTIVAMENTE. In modo che le differenti esistenze, percorsi di vita, idee, ideali non siano uguali per nessuno altrimenti verrebbe meno l'obbiettivo principale. Per lo meno è questo che mi piace pensare.. Per questo apprezzo la possibilità di condividere con voi i miei lamenti interiori, per tentare di comunicarli ad altre persone di modo che queste possano farli loro e sapere cosa provano e pensano a riguardo, mettendosi nei panni di un fratello che è sul loro stesso sentiero.

Seguitemi un secondo vi prego (lo so che è difficile..):

"In questo giorno malvagio, si festeggia il male, la forza opposta al bene, ed in perpetuo contrasto con esso.. il male necessario, un principio universale indissolubile dal bene senza il quale non esisterebbe nulla.

Veniamo educati ad aborrire il male e ad essere spaventati da ciò che "non è buono". Ma è proprio anche grazie al male, che la natura si rinnova e compie i suoi cicli vitali: cataclismi, epidemie ed uccisioni a sangue freddo sono solo alcune delle cose d'inaudita ferocia che accadono in natura.. eppure sono normali e necessarie al perpetuo rinnovamento del tutto." [1]

Poi mi viene in mente un mio vecchio post e le parole di un vecchio amico:

"comunque la questione delle personalità mi ha colpito 2 o 3 anni fa
quando mi sono accorto che in realtà non ne avevo una
ma potevo scegliere cosa essere
prima si tende a dire io sono fatto così
sono questo sono quell'altro
poi ti rendi conto che in realtà tu puoi essere tutto quello che vuoi
e scegli di amare qualcuno piuttosto che un altro
o di prediligere una musica piuttosto che un'altra
ma che in verità questa non è altro che un'illusione, una specie di finta identità che ci creiamo
per avere l'idea di essere qualcuno
in realtà ora potrei dire che invece non c'è proprio nessuno
quindi ci sono tutte le possibilità presenti in noi
sceglierne una modifica il nostro mondo
e quello che abbiamo intorno" [2]

E sempre nello stesso post quelle di morrison (grant):

".. diventerete esseri umani più grandi perchè avete smesso di consentirvi di rimanere all'interno dei vostri confini"

Mi chiedo com'è che dovremmo vivere la nostra vita, ad aborrire il male e perseguire il bene? Perchè? Perchè lo sentiamo dentro? O perchè siamo stati programmati da millenni a temere l'ira di un Dio "creato a tavolino". Perchè non dovremmo poter fare esperienza di ogni sensazione che l'essere umano è stato creato per provare?

Leggevo in questi giorni un libro di un ragazzo che a 18 anni è entrato nella legione straniera e racconta di come man mano si "perda il senso della realtà", di quanto la vita valga poco, che siamo il risultato dell ambiente che ci circonda e come un ragazzino qualunque di 18 anni dopo un 2 - 3 anni nella legione:

"Della ragazza non mi importava: eravamo legionari, il senso morale era qualcosa che avevamo perso strada facendo."

dopo una sbornia, una rissa e un mancato rientro viene messo in cella:

"in quell'inquieto dormiveglia, non facevo che cambiare posizione per far si che il sangue scorresse in tutte le direzioni. La giornata era lunga, avevo la bocca secca e sognavo fucili e teste sfracellate. Chiusi gli occhi, concentrandomi sull'aria calda che mi entrava nelle narici. Sentivo il sangue scorrermi nelle vene: ero vivo. Non avevo fame, non avevo neppure sete. Non provavo nulla e il nulla è piacevole. Era la stessa sensazione che si avverte dopo un combattimento, quando, finita l'adrenalina, il corpo ricorda ancora il dolore, o quando si è appena sfuggiti ad un incidente d'auto, il senso di vertigine quando si è bevuto troppo, l'impressione di ondeggiare di quando si è troppo stanchi per muoversi ma troppo svegli per dormire. Era la consapevolezza di essere ancora lì.

Fui contento che il sole tramontasse e la stanza precipitasse nel buio. La mia mente cominciò a vagare. Pensavo a come avrei trascorso la licenza che mi sarebbe stata concessa prima della fine dell'anno. Sarei andato a trovare mio padre, che viveva in spagna ed era moribondo, avrei fatto visita ai miei fratelli. Papà stava morendo, tutti noi stavamo morendo. Giocavamo la partita della vita, ma non potevamo vincerla. Non mi rattristava, la vita vale poco.. Tutti dobbiamo morire.

Avevo accettato la morte."

Ora, sento questi racconti come miei, sento come se vorrei "vivere" quello che ha vissuto lui, per chi mi conosce è cosa nota che ho una passione per i racconti guerra, e una certa ammirazione per chi nelle varie guerre ha combattuto con onore, patriottismo e lealtà.. Lo so che queste ultime parole sembrano fuori luogo in un posto come questo, ma fa parte del mio io interiore, la mia dualità, pacifista e guerrafondaia, piromane e pompiere (professione che tral' altro svolgo mentre mi piacerebbe fare il soldato.. ) e ammetto di essere "attratto" da questo lato oscuro; una parte di me se ne vergogna, si sente in colpa; l'altra invece si domanda perchè se nè dovrebbe vergognare.. "E' LA TUA NATURA" dice, "E' COSI' CHE SEI FATTO".




Di cosa mi dovrei sentire in colpa? Perchè mi sento così fuoriposto in questa fase della mia vita? Cosa devo fare per far coincidere il mio pensiero col sentiero da imboccare? Perchè ora come ora, sono molto più che confuso.

Un abbraccio. Donnie.

mercoledì 6 maggio 2009

Le sostanze droganti


Vi è come un sistema autoprotettivo naturale: può svegliare kundalini soltanto un forza non minore a quella occorrente per il compito di purificazione: una forza che non sia adeguata al compito di purificazione, salvo casi eccezionali, non saprebbe svegliare kundalini.
Julius Evola, L'uomo come potenza.

Il problema dell'uso delle droghe è inerente questa affermazione di Evola. Nell'accedere ai piani superiori attraverso l'assunzione di sostanze psicoattive si scavalca d'un sol colpo tutto quel lavoro di purificazione che, fra l'altro, è indispensabile allo sviluppo nell'individuo di quella « presenza » e di quella forza di volontà preziose nel momento in cui ci si confronta con energie ed entità che superano di gran lunga le normali capacità di gestione dell'uomo medio.
Tutte le acquisizioni supernormali e le esperienze di contatto con il mondo astrale che di norma l’uomo ricerca nelle sostanze psicotrope possono essere raggiunte naturalmente grazie a un lavoro alchemico fondato sul « ricordo di sé », l'apertura del Cuore e la trasmutazione delle emozioni negative.
La funzione della sostanza drogante era fondamentale nell’antichità in quanto atta a fornire al mago neofita una breve esperienza delle meraviglie che lo attendevano una volta portata a termine la trasmutazione di sé in Uomo Nuovo e ricondotta quindi la sua coscienza all'Uno primordiale. La sostanza non rappresentava mai una via spirituale in se stessa, ma veniva utilizzata esclusivamente in un contesto iniziatico allo scopo di provocare uno stato di coscienza modificato utile al futuro sviluppo del mago. Era un "assaggio". Uno sciamano o un mago più anziano, si prendevano la responsabilità di guidare il neofita lungo il suo « viaggio » affinché questo non si risolvesse in una inutile esperienza di fascinazione psichedelica, o potesse risultare dannoso, se non addirittura letale.
Se, dopo aver sperimentato l'indescrivibile gioia del contatto con i mondi spirituali e il "senso dell'Uno", l'individuo, una volta cessata l'esperienza, iniziasse a lavorare assiduamente su di sé tutti i giorni della sua vita al fine di conseguire in maniera permanente quella gioia e quell'amore, allora i nervi e le cellule del suo corpo fisico si trasformerebbero a poco a poco e anche i suoi veicoli sottili si "fisserebbero" consentendogli di reggere in maniera stabile la nuova frequenza vibratoria.

La piramide principale della piana di Giza - che Cheope si era attribuito e che è stata erroneamente identificata con una tomba dagli studiosi - è un perfetto esempio di luogo iniziatico. Il sarcofago di granito collocato nella cosiddetta "camera del Re" serviva da "battello" per il viaggio iniziatico del neofita. L'iniziando assumeva una bevande composta di sostanze psicoattive, veniva poi fatto distendere all'interno del sarcofago, il quale veniva chiuso da un coperchio di pietra. Intorno, i sacerdoti recitavano dei mantra per tutta la durata della cerimonia mentre essenze di vario genere saturavano l'aria. Nel buio più completo e sotto l'effetto delle sostanze droganti il neofita viveva la sua esperienza iniziatica.
Tutta la struttura della piramide è stata concepita affinché energie spirituali provenienti dai mondi superiori potessero essere veicolate nel sarcofago, così come in altri punti strategici della costruzione. La piramide fungeva da ponte tra la Terra e il Cielo, e percorrere un determinato tracciato al suo interno, sostando in alcune stanze secondo una precisa successione, significava vivere in forma "compressa" il cammino iniziatico che si sarebbe dovuto poi realizzare nella vita quotidiana.
Le droghe erano pure utilizzate dagli sciamani/guaritori, i quali conducevano la coscienza del portatore della malattia - fisica o psichica che fosse - nei mondi "di là dal velo" per metterlo in contatto con la parte più profonda di sé, spesso simboleggiata dall'« animale-guida ». Tale contatto permetteva al malato di sciogliere alla radice il suo problema. L'attenzione era pertanto sempre posta sull'origine psicologica e animica del disturbo - che poteva essere individuata ed elaborata attraverso un « viaggio » - e mai sul sintomo esteriore.

Purtroppo oggi le sostanze psicotrope non vengono più considerate come finestre dalle quali è possibile gettare uno sguardo sulla propria vera essenza, ma come semplice svago o facile via di fuga da una realtà sociale che si ritiene insopportabile. Nell'attesa che venga instaurata una società autenticamente iniziatica, esse andrebbero totalmente proibite, in quanto latrici di maggior addormentamento all'interno delle coscienze, anziché risveglio.
Paradossalmente, di questi tempi, proprio le sostanze che potrebbero aiutare il risveglio dell'anima, sono fra le principali cause della prigionia psichica cui il pianeta è sottoposto. Le coscienze dei giovani vengono intontite da un uso sconsiderato e anti-iniziatico dell'alcool e delle droghe, pesanti o leggere che siano. Le potenti energie giovanili vengono in tal modo imbrigliate e rese inoffensive per segreto volere dei governi mondiali che, come chiunque non abbia la coscienza completamente obnubilata può notare, tollerano e segretamente finanziano una diffusione sempre maggiore di droghe, alcool e armi sul pianeta.

Qualificazione irrinunciabile per una qualsivoglia pratica – sia essa inserita in un percorso che contempla le «acque corrosive», così come all'interno del processo alchemico classico – è la capacità dell'aspirante di produrre a volontà l'assoluta p r e s e n z a - o « ricordo di sé » - senza la quale nessuna attività realmente magica è possibile.
Pertanto il Mago deve innanzitutto essere in grado di mantenere una perfetta concentrazione mentale e una inscuotibile tranquillità emotiva in ogni istante della pratica occulta, sia essa concernente l'assunzione di droghe, l'esercizio di respirazione o il lavoro con l'energia sessuale; inoltre deve essere capace di associare il ricordo di sé, cioè la consapevolezza del « qui-e-ora » a tale stato di ferma e rilassata concentrazione. Lui deve dominare lo svolgersi dell'esperienza con tutta la p r e s e n z a di cui è in grado, e mai lasciare che sia essa a dominarlo.
Per tutto il lasso di tempo in cui si accede all'avventura psico-spirituale, il riuscire a essere « presenti a se stessi » segna la differenza tra la vita e la morte. In un altro brano tratto da "L'uomo come potenza" di Julius Evola, si dice infatti:

...la potenza ormai trasformata inonda sushumna e procede lungo la direzione ascendente. Ciò è sentito come vampa, poi folgore e venire trasportato vertiginosamente: allora bisogna immediatamente e in pura evidenza affermare la formula che deve essere già stata oggetto di tante concentrazioni e meditazioni: "Io sono lei"; bisogna cioè fulmineamente e intrepidamente identificarsi con questa cosa terribile, mortale. Se si manca a ciò, se il destarsi di kundalini ci sorprende e travolge - e per quanto ci si possa preparare, fra l'aspettazione e il fatto resterà sempre un salto - se si esita a slanciarsi nell'« Io sono questo », è detto che... disciplina e sacrifici... tutto è vanificato: non solo, ma l'avventura in massima viene pagata a caro prezzo: tutta l'enorme tensione si scarica sull'aspirante imprudente che può venire precipitato in disturbi gravissimi - epilessia, invasamento, idiozia, follia e, talvolta, la morte stessa. Invece la fulminea, intrepida identificazione opera le nozze dell'individuale e dell'universale, la composizione di zolfo e mercurio...

Fonte: Officina Alkemica
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