giovedì 7 agosto 2008

La chiave senza la serratura

Sta per concludersi la stagione 2008 dei pittogrammi nei campi dei cereali. Le ipotesi sul loro possibile significato, come sempre, pullulano: Tom Sutter, recentemente, ha messo in correlazione i crop circles con l'energia elettromagnetica; altri ricercatori, invece, hanno individuato riferimenti astronomici a congiunzioni planetarie ed allineamenti stellari o hanno letto, codificati in molti glifi, il pi greco e la serie di Fibonacci. Niente di nuovo.

Osservando le formazioni nel grano di questa stagione mi è parso di riscontrare un'analogia formale molto pregnante: i disegni evocano i rosoni delle chiese romaniche e soprattutto gotiche, non solo per il disegno, ma anche per il riferimento al numero dodici. Dunque i crop circles dell'estate 2008 potrebbero indicare che siamo vicini ad un cambiamento precessionale o comunque alludere alla successione delle ere astrologiche ed astronomiche? L'insistenza su tale aspetto si collega forse alla coincidenza fra transizione ad una nuova era e cambiamenti cosmici, come ipotizzato, tra gli altri, da Michele Proclamato. (Vedi La cosmica rosa).

Qualcosa forse sta mutando nella frequenza Schumann, quindi nel suono inaudibile della Terra, mentre H.A.A.R.P. irradia la sua eco sinistra e disturbante. Transizione ad una nuova età o frattura? La tecnologia, simile ad un serpente ben mimetizzato tra l'erba, si sta sostituendo alla natura: terremoti artificiali sono camuffati da sismi naturali, il riscaldamento del pianeta, in parte normale, è accelerato dalla deliberata e criminale trasformazione della biosfera in un forno a microonde. Le frequenze, lato sensu, cambiano. L'interferenza del collegio invisibile tenta di impedire alla Terra di seguire il suo corso.

Non è la prima volta nella storia che si crea una discontinuità con una convergenza-contrasto di fenomeni naturali e situazioni tecnologiche distruttive: Atlantide, le guerre tra gli "dei" in India ed in Medio oriente... E' quanto mai istruttivo camminare a rebours, se intendiamo reperire qualche tessera del mosaico attuale. L'archeostronomia, la clipeologia (dal Papiro Tulli a Lucano, da Giulio Ossequente a Gregorio di Tours), le antiche tradizioni, i miti ci forniscono già molte risposte. Non sono necessarie sofisticate strumentazioni per comprendere se gli Altri (come li definiva Fiebag) solcano con le loro navicelle lo spazio e l'atmosfera terrestre, se di quando in quando, sbarcano, se hanno costruito delle basi segrete, occultate, ad esempio, nel cuore della lussureggiante Amazzonia. Basta leggere qualche pagina del libro di Enoch o osservare le raffigurazioni dei Sumeri: in un noto bassorilievo è effigiato un "dio" che tiene in mano una pigna. Che cosa potrà mai significare?

La cultura antica è un libro squadernato: è vero che è scritto talvolta in lingue ignote o che conosciamo in modo approssimativo, ma è vero anche che non vogliamo leggere quel testo. Preferiamo il metodo scientifico, le indagini sul campo, i protocolli e gli articoli referati. Ottime cose, tuttavia ci possono dare conferme di quel che, bene o male, sapevamo già. Sono qui da tempo immemorabile e siamo noi: l'analisi del D.N.A. umano ce lo attesta. E' una prova scientifica, per chi pretende tali prove. Il numero dodici è indicato nei pittogrammi, come le dodici eliche della macromolecola, prima che venisse corrotta. Una combinazione?

Abbiamo raccolto qualche frammento di verità: sono, però, soltanto lacerti e l'immagine intera è lungi dall'essere disegnata. Intanto, i segni criptici nei campi di cereali adombrano significati di cui non capiamo il senso. Siano, quelli autentici, messaggi lanciati ad un pianeta alla deriva, ad un'umanità distratta e, ormai, semidistrutta o forme-pensiero di Gaia, di fronte agli eventi incalzanti, non credo sia una perdita di tempo soffermarsi ad interrogare quelle sfingee e mute icone.

Don Fabrizio Salina, nel celebre romanzo di Tomasi di Lampedusa, non rinunciava, col suo telescopio, a contemplare gli astri, scintille d'oro sull’incudine della notte, nonostante fosse conscio dei fatali e funesti avvenimenti che incombevano sulla sua Sicilia.


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