Possiamo vedere perciò come, a seconda delle reazioni della mente, noi potremmo essere facilmente in pace o non esserlo affatto, potremmo assaporare la situazione di armonia o subire la situazione di conflitto interno. L’abile praticante Zen, che abbia imparato a conoscere la sua mente ha, come effetto di questa pratica indagatrice, il suo osservare ed osservarsi, che tende a stabilizzare la mente in una condizione di perfetta armonia con ogni cosa. Egli è consapevole che la sua mente (quindi egli stesso) per cause karmiche, è sottoposta a contatti ed intromissioni spesso indesiderate che, però all’atto pratico non risultano sostanziali, perché si volatilizzano già mentre sono all’interno della mente e, in definitiva, non lasciano alcuna traccia permanente. Così egli scopre che la mente, nella sua vera essenza, è uno spazio che si riempie e si svuota secondo le circostanze: è una sorta di “Vuoto”, che però è momentaneamente riempibile di “Tutto”.
L’energia di cui è composta la mente è l’energia stessa dell’Universo, che ci permette di cogliere l’energia delle cose, composte dalla stessa energia della mente. Se la mente non fosse “pura energia”, noi non saremmo consapevoli di nulla, né potremmo avere reazioni di sorta nei confronti di ciò che la invade e la penetra. Non avremmo reazioni di gradimento né di rifiuto al punto che, quando in noi non c’è più l’energia della mente, siamo ormai morti e diventati cadaveri.
Nello studio della mente, ci prepariamo a conoscere la natura dell’esistenza e, al contrario di quando non stavamo praticando la meditazione, diventiamo totalmente incuriositi e interessati, non più al “mondo di fuori” ma soprattutto a quello, segreto e misterioso, che definiamo “interiore”. Perciò la nostra partecipazione alla vita diventa una specie di partita a tennis: un “trovarci ad essere” di qua e di là con uno scambio continuo e diretto tra l’esperienza vissuta e colui che la sperimenta. Cominciamo a renderci conto che questo spazio vuoto della mente è la nostra stessa esistenza, è proprio la nostra persona che, non appena rinuncia alle difese precostituite dell’Io, non ha più interesse ad opporre resistenza all’andirivieni delle cose. Allo stesso tempo prendiamo coscienza che il karma non è altro che il dispiegamento obbligato degli eventi sequenziali delle precedenti “volontà” e desideri della mente.
In ogni caso, se la mente non fosse quel famoso spazio vuoto composto di energia trasmittente e ricevente, non sarebbe possibile neanche la sperimentazione del karma, inteso come effetto di ricezione delle onde dell’energia che sono state attivate. Si può dire che la mente, creatrice e fruitrice di tutto ciò che le accade, è contenitore e percettore dei contenuti, che hanno possibilità di “essere” proprio per il fatto che essa è spazio ed energia. Di conseguenza, ripetendo all’inverso il discorso fatto, ci rendiamo conto che NULLA potrebbe esistere senza una mente che l’accolga, nessuna cosa potrebbe mai manifestarsi “all’esterno” se la mente non potesse averne esperienza. Quindi, tutto ciò che esiste, è MENTE, è solamente mente, e come potrebbe la mente opporsi e rifiutare la mente, cioè sé stessa? Sarebbe come se lo spazio rifiutasse se stesso e non concedesse spazio allo spazio. Una cosa assurda, impensabile…
Allora cos’è la Mente? È la causa prima di tutto l’esistente, il primo Autore dei sette giorni della Creazione, l’Essere e l’Avere di tutti i fenomeni, l’Io e gli oggetti dell’Io, intesi come tutto ciò che sembra essere altro dall’Io. Bisogna capire profondamente queste dichiarazioni, altrimenti lo studio della mente è soltanto una mera e sterile operazione concettuale. Così come un primordiale computer collegato alla rete, la mente individuale è connessa a tutte le altre menti che, a loro volta, sono unificate e comprese nell’unica energia del web metafisico. Per il fatto che la mente <è> pura esistenza, essa ha la possibilità di manifestare e cogliere tutto ciò che esiste e, contemporaneamente essendo in costante contatto con tutta l’energia “vivente”, ha la possibilità di pervadere ed essere pervasa da questa massa frammentata di altre menti. Comprendendo questo, la domanda “Cos’è che esiste veramente?” parrebbe superata dalla consapevolizzazione della reciproca interdipendenza tra la mente ed i fenomeni. È un po’ come farsi la classica domanda “E’ nato prima l’uovo o la gallina?”, a cui non si può certo rispondere in modo concettuale.
In verità a queste domande di profondo ordine metafisico, che però riguardano la realtà delle cose così come ora noi le percepiamo e le utilizziamo, non vi è risposta. Non è possibile rispondere in termini scientifici, con un preciso diagramma che convalidi le teorie. Ogni nostra risposta, data senza esperienza diretta, è sbagliata o incompleta. Le risposte non possono essere solo due, si o no: le risposte concettuali possono essere migliaia e tutte saranno sicuramente non esatte. Ogni nostra impressione momentanea, e quindi fugace e mutevole, è una risposta concettuale, perciò sbagliata.
L’unica risposta giusta è la conoscenza e l’esperienza diretta di tutto il funzionamento mentale. La conoscenza diretta non può essere assunta per ragionamento né può essere partecipata estraneamente con informazioni indirette. Quando meditiamo, quando facciamo appunto spazio nella mente eliminando gli oggetti che l’avevano invasa durante la giornata, stiamo avendo l’occasione per l’esperienza diretta. Vediamo che, in realtà, gli oggetti incamerati si mettono da parte da soli, spontaneamente con la stessa facilità con cui erano entrati. Nello spazio mentale, gli oggetti non ricoprono una dimensione fisica: essi sono soltanto “pensieri”. Perciò tutto quello che ci è successo durante la giornata, in definitiva si trasforma, si polverizza, perché è sempre stato “soltanto pensiero”. Il nostro vivere tutti gli avvenimenti con l’ostinata idea di “oggettività”, fa sembrare questi pensieri come cose reali, tuttavia durante la meditazione ci accorgiamo che essi possono sparire, almeno temporaneamente. E tutto si converte nuovamente in spazio vuoto, tutto ritorna ad essere energia che fluisce e rifluisce in e da questo “spazio vuoto”. Questa è la testimonianza diretta del reale svolgimento e funzionamento armonico della mente.
Le persone ordinarie da tempi senza inizio hanno perso di vista la natura della Realtà e non conoscono più la “Natura di base” della mente, che è la stessa identica cosa. Fissandosi arbitrariamente sulle qualità apparenti di ogni tipo di oggetti, le persone non coltivano la consapevolezza della natura effimera di essi, facendo sorgere così nella loro mente-cuore pensieri di odio e di amore. A causa di questi pensieri di odio ed amore, il recipiente mentale si incrina e perde energia vitale. E’ esattamente così che, nella mente, sorgono di conseguenza pensieri di nascita e morte. Essendovi l’idea di nascita e morte, nella mente delle persone compaiono tutte le forme di sofferenza. Questo sta a significare che l’iniziale armonia naturale della mente, a causa della facoltà indiscriminata di emettere pensieri non consapevolizzati da parte degli individui ordinari, si è trasformata in conflitto e disarmonia.
Allora qual è il sistema per far ritornare la mente alla sua funzione originaria? Qual è la Via per la restaurazione del Nirvana? La meditazione Ch’an è sicuramente una di queste Vie, uno dei migliori sistemi per il reintegro dell’energia purificata nella mente degli esseri umani. Essa è la Via per arrivare a comprendere che, noi stessi, la nostra mente originaria è “già” il Nirvana! In quanto il lavoro di pulizia mentale richiede la sistematica eliminazione, per mezzo della vera comprensione, della errata attribuzione individuale di cui ci investiamo, cioè dell’Io. L’Io è semplicemente uno strumento occasionale della nostra apparente idea personale, ed ha diritto di esistere e funzionare esclusivamente per questo scopo e non per condizionarci alla convinzione di essere realmente quella identità. L’attaccamento all’Io, che dovrebbe avere soltanto una funzione relativa e contingente, spinge la nostra mente a credersi una Identità permanente e separata. Questa illusione pericolosa produce la nascita e la morte, l’amore e l’odio, il piacere ed il dolore, insomma la dualità nelle forme conosciute come bene e male.
Nel “Sutra del Re della Mente” si afferma che la vera quddità (cioè il modo reale di esistenza di tutte le cose) ovvero la Natura di Buddha, è sommersa inconsapevolmente nell’Oceano Samsarico delle cause e delle condizioni (il Karma). Quindi la Reale Natura, cioè il modo reale di esistenza di tutti noi, di tutte le cose e dello spazio vuoto in sé, è immersa nel condizionamento illusorio della mente a credersi un Io. La Natura della Mente, a causa del condizionamento illusorio, si trova a “bagnomaria” nei desideri egoistici di erudirsi, acquisire continue esperienze mondane, ottenere ripetuti benefici temporali. Non avendo perciò volontà ed interesse per la vera conoscenza della realtà, vale a dire per la natura originaria ed autentica delle cose, questa mente, immersa nel condizionamento della percezione sensoriale e ballonzolando ora qui ora lì nella nascita e nella morte, non ha il potere di sfuggire a questi effetti del karma.
E’ estremamente necessario sforzarsi per riesumare e preservare la natura fondamentale della mente, affinché i distruttivi pensieri arbitrari non sorgano, o non vengano ancora alimentati. In tal modo, gli atteggiamenti egoistici e possessivi diminuiscono fino a svanire e si potrà realizzare l’uguaglianza e l’unità tra la mente ordinaria e la mente originaria dei Buddha.
Di Aliberth.
5 commenti:
esattamente quella che io considero la Mente borghese, nonostante nessuno mi si fili ;)
ancora il borghese...
perche pensa?
ihihihihihi
Salutamos..
Ragazzi,con testi come questi c'è sempre il rischio di finire belanti..
perché Perchè hanno tutto quello che occorre per essere impeccabili..per noi..per la nostra forma mentis appunto..:-)
Poi il nostro sistema di relazioni costruisce le connessioni. Credo che l'universo è energia? Magari ci metto la teoria dell'ologramma? Poi identifico mente=energia.. poi dis-identifico l'io.. poi ci aggiungo la meditazione Zen..poi.. e alla fine non manca niente.
Il fatto è che nessuna di queste cose è una boiata, e ve lo dice uno che conosce il potere della "vera" meditazione Zen (ce ne sarebbe da dire su molte scuole e praticanti Zen che appaiono su Internet e altrove..)
Un articolo come questo può anche essere totalmente vero, di fatto però ci fa bere i suoi assoluti e alcune false alternative alla moda (in certi settori spirituali).
Ad esempio immaginare un'unico Campo di energia, e la interconnessione delle coscienze porterebbe automaticamente alla conclusione che ogni esistenza distinta è una illusione..e..qui casca l'asino..che, alla fin fine, ogni esistenza in quanto tale, ogni coscienza è una illusione.
Bene, non è proprio così scontato..
Questo è ancora il lascito del buddismo originario che ha una scorza dura a morire, ma che non è fatto proprio da tanto Mahayana, da moltitudini di saggi.. e soprattutto.. da tante persone senza riti o coccarde,ma che nelle loro profondità sentono una Essenzialità..
L'illusione allora è il sentirsi separati e distinti, ma non il sentirsi.. mi spiego.. contesto l'inesistenza e illusorietà radicale di ogni forma di io.
Il succo è distinguere tra io e Io..
Ma, ritengo che pensare che ogni nostra forma di sensazione di noi stessi e di percezione di essere non sia un insieme di aggregati mentali destinati ad estinguersi.
Seguendo le voci di molti eretici della stessa ortodossia buddhista credo che non possa essere liquidata l'esistenza di una Essenza Individuale, che continua nel tempo e non soggiace al mutare delle forme.. né si disgrega per sempre in un amorfo universalizzante campo energetico.
Tu eri, tu sei, tu sarai..
Quello che è stato fatto di quel Tu è una illusione..
Tu non sei una illusione..
Vi confesso che conosco amici che praticano la meditazione Vipassana che considerano bestiale questa proposizione..e quasi perdono la loro cristallina calma..:-)..
Il Buddhismo originario, o Hinayana era incentrato su una visione del mondo e della vita disperata e negativa, su un'etica della rassegnazione e della resa e su un percorso di liberazione che a tutti gli effetti era Estinzione..
Poi sorse il Mahayana che cercò di rendere il Buddhismo una forza di speranza, aperta anche ai laici e non solo a una elité di asceti..e la liberazione cominciò ad essere vista come una forma di espansione.
Ma l'idea della illusiorietà di ogni Io continua ad essere presente in molte diramazioni buddiste e non solo..
L'autore del post a un certo punto scrive..
"Questa illusione pericolosa produce la nascita e la morte, l’amore e l’odio, il piacere ed il dolore, insomma la dualità nelle forme conosciute come bene e male."
E allora sia benedetta questa "illusione"..
Perché il gioco vale la candela..
E dateme a tonnellate di queste illusioni se posso conoscere la nascita, il piacere, e l'amore.. anche a costo di ogni sofferenza..
Non si tratta di cedere al flusso mentale e all'emotività.
Ma mente-salda-centrate (mente-pricipiante-maestro) deve strutturarsi su una coesistenza di più alto equilibrio tra Silenzio e Vita.. un equilibrio tra Vuoto mentale e desideri.. tra distacco e emozioni.
La disciplina mentale "non-disumana", la disciplina mentale "autentica" non mira a liberarti dalle emozioni e a trasformarti in un cane morto, in un fantoccio ebete, atarassico, stoico, castrato perennemente in trance.. la disciplina mentale "autentica" ti libera dall'emotività per lasciare campo libero alla Emozione.. a un libero flusso vibratorio tra te e gli altri, che non domina, ma nutre..
Non bevetevi tutti questi maestri che ci vogliono vendere una saggezza da stitici, che ci insegnano la pace mentale a spese del desiderio.. che ci dicono che l'amore è solo una illusione mentale..
Ah.. buona mangiata di natale..
voto x duncan..
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